27/04/09

Una lettera vera di notte, falsa di giorno

Ho bevuto un po' troppo ieri sera. A stomaco vuoto, come raramente mi capita di trovarmi. E dopo due settimane di quasi totale astinenza (in Yemen non si può bere alcool: giusto il mio fegato ha beneficiato di questa assurda regola). Odio la lingua impastata. E odio svegliarmi alle 5 del mattino con la vescica sull'orlo dell'esplosione e una sete atavica e implacabile. Ma ci potevo pensare ieri, cazzo. Solo che quando bevo non penso. O quando non penso bevo. E siccome mi trovavo in una situazione in cui il mio cervello era totalmente disconnesso dal reale ho forse bevuto un po' troppo per colmare il vuoto cerebrale. Che scusa meravigliosa, non ci avevo mai pensato.
Sono tornata, come già più o meno tutti sapete. E se avete voglia di guardarvi qualche foto del viaggio favoloso che ho appena fatto andate qui. Non ce la faccio a raccontare perchè in questi giorni non ho fatto altro, sorryyy :-)!
Stare lontana mi ha fatto bene ma non nel modo in cui avrei voluto. Mi aspettavo un cambiamento, delle risposte diverse. E invece mi sono accorta di sapere già, da prima della partenza, tutto quello che avevo bisogno di sapere. In futuro arriverò probabilmente a compiacermi di essere arrivata a una forma di saggezza, seppure non riconosciuta nell'immediato, senza bisogno di un'evasione tangibile. In ogni caso il viaggio è stato utile perchè, avendo già le risposte, mi sono resa conto che quello di cui avevo bisogno era del tempo. E nelle tre settimane trascorse in Eritrea e Yemen il tempo ha subito un'accelerazione. Ho accumulato esperienza, che fa sempre bene. Così ora penso di poter sopravvivere a certe situazioni "sgradevoli" del mio presente. Vi racconterò. Ora provo a riaccozzarmi che tra un tre ore arriva qui il jimmino e mi devo ri-risvegliare.