27/11/08

Il tema astrale. Estratti


Tra le numerose sfaccettature del mio carattere che il tema astrale di Carlito ambirebbe a svelare ce ne sono diverse che calzano incredibilmente con il mio reale modo di essere. Magari è un semplice caso. O forse, in qualche modo, ho solo bisogno di trovare una giustificazione di me stessa. Resta il fatto che certe caratteristiche coincidono sul serio.
Un esempio: "Instabili, velleitari, esitate a scegliere, cosa che può apparire come un sintomo di ipocrisia o di vigliaccheria. Possedete un talento straordinario ad evitare ogni situazione conflittuale. Sempre alla ricerca di un equilibrio, è meno importante l’arrivare che il tendere a qualcosa."

Chi di voi mi conosce bene dovrebbe avere una vaga idea di cosa stiamo parlando. Quella che per certi versi potrebbe sembrare una dote, spesso e volentieri mi fa cadere in situazioni che hanno del patologico. Senza star lì a toccare l'argomento infelice dei miei deliri sentimentali con cui preferisco di gran lunga ammorbarvi dal vivo, in generale, questo oscillare continuo, questa mania di evitare il conflitto, mi portano a dover sopportare mal volentieri situazioni di cui, tra l'altro, me ne frega ben poco. Esempio clamoroso e di grande attualità è il fatto che continuo a sentire e ad accettare inviti a cena di persone con cui mi annoio, che il più delle volte mi irritano. Persone che, di fondo, proprio non sopporto e alle quali non so dire di no. Salvo poi tirarmi virtuali martellate sui miei coglioni immaginari per tutto il tempo che mi tocca trascorrerci insieme. E anche a questo proposito il tema astrale ha da dirci la sua: "avete difficoltà a prendere posizione a causa di una sensibilità eccessiva all’approvazione altrui". Cosa c'è di sano/normale/positivo nel cercare l'approvazione di persone che nemmeno stimiamo?

Se bastasse cambiare data di nascita...

25/11/08

Ars amandi

E' da ieri sera che ho addosso una sensazione di malessere costante. Tutto ha inizio una decina di giorni fa, nel momento in cui ricevo la mail di un gallerista argentino - chiamiamolo Carlos - che mi propone una collaborazione con la sua galleria. Se ci ripenso a posteriori devo ammettere che, effettivamente, già la mail era poco chiara in merito al tipo di attività che avrei dovuto svolgere. D'altra parte anche la telefonata che segue la ricezione della mail avrebbe potuto mettermi in allarme: "Ce qui m'a impressionné de votre CV est que vous avez étudié la Philosophie"... ecco, questa frase, nonostante sogni di sentirmela dire da una vita, non è mai stata pronunciata da nessuno che non tentasse quantomeno di rimorchiarmi, figuriamoci un possibile datore di lavoro... Ma io nulla. Nessun sospetto, nessun dubbio sulla bontà delle intenzioni di Carlos. Tutt'altro!
Assolutamente entusiasta per la telefonata mi precipito da lui per conoscerlo. Si tratta di un signore di circa 60 anni. Adora l'Italia. Si professa seguace di Jodorowski. Mi legge la mano. Promette di scrivermi il tema astrale. Chiacchieriamo per due orette delle nostre vite. Parliamo poco o niente di quello che vorrebbe fare con me. Non fa accenno a questioni economiche e io già mi rassegno all'idea di lavorare per lui senza ricevere un misero eurino. Ma chissenefrega. E' per l'Arte. E lui è simpatico. L'ambiente della sua galleria mi piace. Le opere esposte un po' meno ma pace, me le farò andare bene. Così ci diamo appuntamento per la settimana successiva.
Intanto mi manda per posta il tema astrale.
Ieri sera, alle 19.30, ci troviamo da lui.
Quando entro Carlos mi guarda e mi dice: quanto sei bella. Ci sediamo nel retro della galleria, che fortunatamente resta uno spazio aperto, pur essendo appartato rispetto alla sala principale. C'è questo odore fastidioso di legno e di chiuso. Non so se avete presente quelle scatoline tipicamente spagnole di legno scuro, che puzzano sempre, anche dopo anni che le hai. Resto lì un'ora. Interminabile. Lui parla di argomenti di cui non capisco nulla. Mi cita progetti che sta seguendo come se fossero cose su cui stiamo lavorando insieme da anni. E poi mi ripete: "Quanto sei bella". "Quanto sei sensuale" (non per smentirlo a tutti i costi ma credo di non essere mai stata tanto rigida come ieri sera... se in queste vesti risulto sensuale vuol proprio dire che non ho idea di cosa sia una strategia di seduzione). Il culmine è un: "Hai molti Scorpione nel tuo tema astrale. Questo si ripercuote senz'altro nella sfera sessuale". Sfodera con finta indifferenza un sorriso ammiccante. Intanto si alza, si avvicina al computer e mi accarezza le spalle. Io sono sempre più rigida. Mi propone di andare con lui in Marocco a dicembre. Imbarazzata tergiverso. E poi ancora discorsi sul nulla. Proposte vaghe su possibili collaborazioni relative a... boh... va' a capire...
A un certo punto mi alzo. Ho anche una certa fame, nonostante l'ansia. Butto lì un: "devo pensare a quello che mi hai detto". Lui: "quando ci rivediamo?". Io: "ti scrivo via mail dopo aver visionato il tuo materiale". Non sono molto brava a inventare scuse. Il suo materiale è un sito internet pieno di deliri sulla natura di cui non me ne frega assolutamente una mazza. Non è arte. Non quello che io identifico con l'arte, almeno. E lui è senza ombra di dubbio un provolone pazzesco. Ho solo voglia di scapparmene via. E così faccio. Sono contenta del freddo dell'aria perchè il tepore della galleria mi aveva un po' rintronata. Alle nove sono a casa, seduta sul divano con Charlotte a mangiare cioccolato, biscotti e marmellata di fichi.
Ora sono tranquilla. Anche se, mentre mi asciugavo i capelli, il getto del phon ha propagato di nuovo quell'odore tremendo di legno. Nonostante mi fossi fatta ben tre shampoo. Per un attimo ancora un brivido, ora è tutto passato.

The best try

Al mio arrivo a Parigi non avevo per niente voglia di aprire un nuovo blog. In un certo senso volevo sparire dal web. Non perchè in passato si siano verificati episodi particolarmente sgradevoli (se si fa eccezione per un paio di visitatori indesiderati e per il periodo in cui ho avuto la brillante idea di rendere visibile la mia mail sul profilo...). Semplicemente, nel blog precedente, pativo un po' troppo i limiti della mia personale autocensura, dovuta al fatto di aver diffuso, più o meno volontariamente, in maniera molto poco selettiva il link. Da quando sono a Parigi è già la terza volta che ne apro uno. Dei primi due non ricordo nemmeno l'indirizzo, e questo la dice lunga sulla mia convinzione iniziale. Ora è un po' diverso. Intanto mi sembra di non riuscire più a scrivere in italiano. E se la contropartita fosse che parlo divinamente francese ne sarei anche contenta. Il problema è che sono in balia di un mix italo-anglo-francese che non riesco assolutamente a gestire e del quale ho il terrore di non riuscire a liberarmi... A parte questa considerazione di pura convenienza (ma che, vi assicuro, rappresenta un grande stimolo), va detto che, almeno una volta al giorno, mi ritrovo a scrivere pensieri sul cellulare. E poi li abbandono al loro destino, custoditi dalla memoria 128 K di un oggetto che ultimamente lascio più o meno ovunque. Magari li ritrovo dopo un paio di giorni. Ma sono sempre pensieri buttati giù alla bell'e meglio, sintesi di discorsi profondissimi che di solito hanno luogo nella mia mente quando transito in metropolitana, e di cui a stento recupero il senso.
Ecco perchè ho deciso di ricominciare. Lasciando poche tracce che mi rendano riconoscibile su google e cercando di scegliere molto accuratamente le persone a cui comunicare l'indirizzo.