31/01/09

"What do you teach?" "Love of course... what did you think?"

Ho appena finito di guardare il dvd di A lesson in love di Bergman. E, nonostante mi abbia un po' infastidito dover leggere tutti i dialoghi (la versione orginale è ovviamente in svedese), sono veramente soddisfatta. Finalmente un film comme il faut. Parlare dell'amore e raccontare la complessità delle relazioni è un compito davvero arduo. Ce se ne rende conto quando si hanno di fronte lavori di questo tipo.

Non è questione di condividere la morale della storia o di apprezzare la coerenza della narrazione (specie perchè questa non sempre è sinonimo di profondità).
In maniera (apparentemente) semplice un film del '54* riesce a svelare le trame segrete di una relazione, ad astrarre da piccoli episodi un senso universale che, pur restando in parte sconosciuto, ti permette di intuire la drammaticità dei sentimenti, anche quelli mai provati. Bergman, insomma, porta a un'immedesimazione mai banale.

Quello che più mi stupisce, nel caso specifico, è una modalità di spiegare i sentimenti che supera tutte le barriere linguistiche. Il problema dell'intraducibilità dei pensieri più profondi lo incontrano continuamente, nella quotidianità, anche persone che condividono lo stesso idioma: è sconvolgente constatare che un essere umano, invece, possa avere una capacità così estesa di comunicare.

Vorrei poter dire che questo film mi è piaciuto perchè la mia forma mentis si adatta perfettamente a quella di Bergman. Ma devo ammettere che i miei meriti sono ben pochi: è il suo genio ad "educare" la mente dello spettatore. Chi osserva può giusto restare a bocca aperta.

*ammetto candidamente di aver sbirciato su google...

27/01/09

Revolutionary Road

Il fatto è che ormai vado al cinema a vedere più che altro vecchie pellicole che, per essere proiettate ancora oggi, sono evidentemente autentici capolavori della storia della settima arte. Così, quando mi trovo per caso a sorbirmi dei papponi nuovi di zecca come l'ultimo preteso capolavoro di Sam Mendes mi sale un nervoso incredibile. E anche dopo giorni, devo dire, il nervoso resta immutato.

La ragione fondamentale per cui trovo Revolutionary Road insulso è magari contestabile ma, trattandosi di una storia focalizzata sulla vita di una coppia americana, è comunque pertinente.
Il nocciolo della questione, a mio modesto ma spassionato avviso, sono gli odi sottesi della relazione Winslet-Di Caprio. O meglio, non questo aspetto di per sè ma il modo in cui viene trattato. Va detto che, già di solito, le coppie che litigano non sono proprio il mio soggetto preferito (e non serve un genio a ricollegare quest'idiosincrasia ai postumi della storia con Carlo...). Però, ad esempio, un film come Scene da un matrimonio è magnifico, di una profondità straordinaria e, anche nelle parti di maggiore tensione, non lascia mai una sensazione di insofferenza ma trascina lo spettatore negli abissi della relazione tra i due protagonisti (i cui nomi, se volessi fare la giulia, vi potrei citare facendo una rapida ricerchina su google... ma questa mattina sono troppo pigra anche per questo).

Il romanzo di Yates da cui è tratto sarà probabilmente un capolavoro. Ma se la trama una sua consistenza ce l'ha pure, era così complicato dare maggiore spessore ai personaggi, fargli pronunciare frasi meno banali e maggiormente coinvolgenti, sviluppare una storia dai risvolti psicologici un po' più intensi?

25/01/09

Update

Mi sono accorta che negli ultimi post, persa a raccontarvi di un presente confuso al quale peraltro spesso dimentico di partecipare, ho tralasciato di aggiornarvi su una serie di vicende precedentemente introdotte nel blog. Eccovi quindi gli update più salienti sull'eccitante vita parigina della vostra madame:

1. Si è conclusa positivamente la trattativa per scrivere la tesi della mia amica F. Vi dirò che dopo aver passato metà pomeriggio a leggere allegri aneddoti sulla vita di Adolf Eichmann, criminale nazista processato a Gerusalemme nel 61, mi chiedo quanto farà bene al mio umore già sufficientemente instabile concentrare l'attenzione su temi così leggeri. Ma cerco di pensare in una prospettiva di lungo periodo. Ovvero al magico momento in cui incasserò i soldi. E in cui, soprattutto, potrò spenderli offrendo vodka e caviale alla Nani sul treno dei nostri desideri.

2. Nelle ultime settimane ho ricevuto svariati inviti da parte del mitico Carlito a vernissage o eventi programmati nella sua galleria. Mi avrà senz'altro piazzata in qualche mailing list, va' a sapere. Ho delegato così la gestione della nostra relazione al filtro antispam di gmail. Per ora funziona alla grande.

3. Qualche giorno fa, in seguito all'incastrarsi di una serie di circostanze casuali, ho chiamato la Fra. Non sentivo la sua voce da almeno due anni e mezzo ma è stato naturale e questa cosa mi ha rassicurata in merito al pensiero di un futuro incontro. Bello, quando viene tutto così facile. Comunque ci siamo messe d'accordo per vederci in primavera. On verra.

4. Da circa una settimana penso con una certa costanza che potrebbe giovarmi fare una bella fuitina con me stessa qualche giorno a Berlino. Intanto devo mettere al lavoro la mia Nikon. E poi ho bisogno di camminare senza nessuno di conosciuto accanto, dedicandomi in maniera costruttiva a smaltire nuove e vecchie ossessioni ma, soprattutto, allontanandomi un po' dal quotidiano (... l'eterna dannazione di noi mine vaganti). Solo che la mia adorata amica Martita ieri mi ha mandato un sms ventilandomi l'ipotesi di un viaggio primaverile ben più accattivante. Per ora non racconto nulla. Non so quanto sia fattibile, per quanto estremamente attraente. Però la mia determinazione ad attuare questa fuga berlinese ora ha subito una decisa frenata. E dire che da sette giorni ero così risoluta...

23/01/09

Out-of-focus

Questa sera potrei fare un bel copia e incolla del post dell'8 gennaio. Non con fini scaramantici ma per semplice dovere di cronaca, visto che qui non faccio altro che proporre resoconti della mia vita parigina. Questa settimana è stata lunga e pesante, sotto diversi punti di vista. Ho lasciato che i miei stati d'animo venissero determinati completamente dagli altri: le persone che mi vengono a trovare, quelle che vorrei vedere ma non riesco, quelle che sogno ma nella realtà non esistono più.

Quando questo pomeriggio mi sono svegliata da un incredibile pisolino di un'ora e mezza (ultimamente sono pure diventata insonne) e ho guardato fuori dalle due finestre della mia stanza sono rimasta folgorata. Dietro i vetri di sinistra il cielo era blu. Dietro quelli di destra c'erano dei nuvoloni scurissimi. Soffiava un vento pazzesco.

Vi è mai successo di vedere voi stessi riflessi in un fenomeno metereologico? A me mai prima di oggi. O forse sì e non ci avevo mai pensato. Ad esempio, ora che ci rifletto su, a Shanghai ero decisamente monsonica. Ma all'epoca non me ne rendevo affatto conto. Ora non è che nella mia mente ci sia molta più chiarezza ma, di certo, questa visione pomeridiana mi ha decisamente aperto gli occhi su una mia attuale modalità di essere.

Brezsny questa settimana suggerisce di andare a farsi una birretta per chiarirsi le idee. Pensavo più a una canna, a dire la verità, ma non so veramente dove trovare da fumare :-). Merde!!

Buon weekend a tutti!

18/01/09

Hypercommunication


E' stata una full immersion in Maoming Lu sotto tutti i punti di vista, quella di questi giorni con la mia sorellina cinese Harpika. Tante risate e uno shooting fighissimo di cui potete vedere i risultati sotto. E poi, ovviamente, chiacchiere, bilanci, pensieri rivolti al passato e le solite, immancabili domande sul futuro. Con una colonna sonora davvero favolosa che ora, se metto su Elephant gun dei Beirut, mi sale una nostalgia assurda. E dire che la Nani è partita da solo un paio d'ore. Ma si sa che mi piace fare la malinconica.

Ieri sera riflettevo su quanto sia soddisfacente e allo stesso tempo limitante il rapporto con le mie adorate ex-coinquiline. Non l'avevo mai pensata in questi termini. Parlandone un po' con Annika mentre passeggiavamo nel Marais, invece, ho avuto l'illuminazione: mi sono resa conto di quanto la loro presenza costante abbia riempito in maniera talmente intensa le mie giornate da non spingermi a cercare altro per un intero anno della mia vita. A Shanghai stare insieme era così divertente e affettivamente appagante da eliminare alla radice la necessità di coltivare degli spazi individuali.

Il "problema" è che quando la comunicazione è perfetta, la quotidianità scorre sempre liscia e non si creano mai dei bisogni, diventa anche impossibile evolvere.

Ora che sono "sola", invece, mi sento esposta e motivata a compiere scelte. Non che il senso di sicurezza che provavo in Maoming lu non mi manchi. Però, di fatto, sto meglio adesso. Mi sembra di riuscire a realizzare davvero delle cose per me. E sono allo stesso tempo certa che al mondo esistono due persone che amo come sorelle. Sento tangibilmente il vuoto della loro assenza. Però mi fa piacere vedere che questo vuoto lo sto in qualche modo riempiendo. La Giulia sostiene che sono diventata ingombrante. La realtà è che funziono meglio da sola: in fondo è una cosa che ho sempre saputo.

E a questo proposito: sento nell'aria avvicinarsi un viaggetto en solitaire. Non so ancora quando, per ora c'è solo l'urgenza ma manca il tempo. Tra poche ore arriva il mio capo e venerdì aspetto l'ultima ospite di questo ciclo di visite parigine. Dopodiché il B&B desBernardins chiude i battenti per un po': temo seriamente di poter essere cacciata di casa dalla mia coinquilina!

Un bacio.

12/01/09

Post propopiziatori


Venerdì ho passato una serata molto carina. Scusate se non scendo in dettagli ma non sono ancora arrivata a tale punto di intimità con il web. Però, vista la pippa del post di sotto, volevo innanzitutto rassicurarvi sul fatto che ora sono molto più serena.

A saperlo, che bastava lamentarsi sul blog per far avvenire un lovely change nella propria vita, non perderò più occasione per rompervi le palle :-)!

Ho solo un tremendo un senso di nausea che mi perseguita da ieri mattina... praticamente, a parte una pausina al cinema a mezzogiorno, sono stata a letto dalle 13.30 di ieri fino a questa mattina alle 9 (Miciona, ce l'ho fatta a battere il tuo record?)...

Ieri, complice senz'altro questo virus fastidiosissimo, ammetto di essermi fatta parecchie pare. Per un lungo momento mi sono sentita ancora a Shanghai. E non era una bella sensazione. Ma oggi mi sento davvero rinata. Come se avessi interiorizzato una lezione di vita e fossi finalmente pronta a guardare le cose in modo diverso. Qualche giorno fa la Nani mi diceva di avere bisogno di uno psicologo, per ammortizzare il cambiamento legato al suo ritorno in Italia. Devo dire che ora non la penso più così ma, all'epoca del mio rientro, certi traumi pesavano in maniera insostenibile. Quelli legati alla quotidianità ci hanno messo tutto sommato poco tempo ad autosmaltirsi. Le ferite "sentimentali" (questo termine mi sembra fin troppo profondo per definire le mie esperienze cinesi ma non me ne vengono in mente altri, NdM), ogni tanto si fanno ancora sentire. Testimonianza ne è il post ottimista di sotto. E il mio sclero di ieri pomeriggio.

Quello che attualmente mi manca è la capacità di analizzare con calma certe situazioni. Ho fatto dei progressi. Ma il problema di base è che sono completamente sprovvista di fiducia negli uomini. Ho ancora bisogno di fare sforzi razionali per uscire dai miei stati paranoici. Però il bello è che ora ci riesco, a venirne fuori, e non ci metto neppure troppo tempo. Mi sembra di aver perso del tutto quell'insopportabile modo passivo che avevo (e nel quale a Shanghai siamo cadute più o meno tutte) di subire situazioni che non mi andavano bene.

La morale è decisamente banale, lo so, ma dopo la Cina mi sembra proprio di aver imparato a prendere di petto* la vita.

* per il Giova: ti sto porgendo un'ispirazione per commentare su un piatto d'argento, non mi deludere mi raccomando! :-)

08/01/09

Antibodies

Poco fa, sul concludersi di una serata passata ad alienarmi sulle pagine di wordreference per finire una traduzione, mi accorgo casualmente di un messaggio pubblicitario che campeggia: "25 ans et encore célibataire?". Si tratta certamente del solito link a siti per rimorchiare. Ma il mio primo pensiero è: cosa c***o vogliono sti imbecilli? Se si prendono gioco con tanta leggerezza di una 25enne, chissà con quale attitudine irriverente si rivolgerebbero, per esempio, a una fragile single neo-trentenne?

Ho quindi cominciato a pensare seriamente alla mia situazione attuale. Andando oltre questo rispuntare indesiderato di fantasmi del passato.

Devo dire che sono un po' preoccupata per me stessa. Mi sembra di essere nella tipica fase in cui si ha urgente necessità di ricevere di certe attenzioni senza sentirsi mai nella disposizione d'animo adatta per accoglierle davvero.

Ci sono periodi in cui si è totalmente sereni, sicuri di sè e senza bisogni deviati che influenzano i comportamenti quotidiani. Io penso di essermi sentita così solo la prima volta che ho vissuto a Paris. Non a caso in quel frangente mi sono innamorata sul serio.

Ma ora (=da mesi e mesi, NdM) mi sento talmente confusa e frustrata da esperienze (non vissute, riNdM) nel recente passato che ho l'impressione perenne di avere bisogno di qualcosa. Si tratta di un desiderio vago e indistinto che, seppure a volte emerga sotto forma di attrazione sporadica verso qualcuno, per lo più se ne resta assopito. Lo dicevo oggi a Luca: mi sento come anestetizzata verso gli uomini. Non mi riesco a sbloccare. Non mi piace nessuno. Sono annoiata da quello che vedo intorno e più mi annoio più mi scazzo e più penso "ah, ma come si sta bene da soli": così mi ripiego completamente su me stessa. E' diventato un circolo vizioso. E il passare del tempo non fa altro che fossilizzarmi ulteriormente in questa posizione.

Che tedio.

06/01/09

Jules, regarde-nous bien

Ammetto che è assolutamente insensato parlare di film "preferiti". Si è troppo esposti alle contingenze per poter pensare di emettere giudizi definitivi. Ma c'è poco da fare: Jules et Jim è il film a cui sono più legata in assoluto e, ogni volta che lo vedo, mi entusiasma sempre per gli stessi motivi, il che significa che forse negli ultimi 12 anni non sono cambiata poi tanto. Non so se il mio giudizio possa essere universalmente condiviso ma se volessi provare a convincere qualcuno delle mie ragioni userei i seguenti argomenti.
1. La modalità narrativa è perfetta. Sia Henri-Pierre Roché che Truffaut riescono a raccontare in maniera essenziale e poetica allo stesso tempo. Non ci sono mai parole di troppo. E l'impressione è che tutto sia detto.
2. Il ménage à trois (in cui non c'è nulla di scabroso, NdM) è un ideale che non riuscirò mai a raggiungere ma che teoricamente condivido. Purtroppo sono monogama (o potrei dire iperbolicamente monogama: amo me stessa e nessun altro... e guai ad essere infedele...). Ciononostante penso che, nel film così come nella realtà, la relazione Catherine-Jules-Jim rappresenti un modello di equilibrio ingiustamente sottovalutato. Questo equilibrio si fonda sull'alternanza. Il rapporto tra i 3 equivale, di fatto, a un 2+1. La profondità del loro legame resiste o, meglio, esiste perchè uno di loro (a ruota) gioca il ruolo dell'osservatore. Lo si vede nel quotidiano così come nei momenti più importanti, solenni e tragici. Due vivono, il/la terzo/a guarda, si rende consapevole e rende consapevoli. Solo grazie all'osservatore di turno la realtà diventa tale.
3. Non è mai stata raccontata una storia sull'amore con così tante sfaccettature e così pochi personaggi. E' amore ovunque e in tutte le sue forme: amicizia,
idealizzazione, altruismo, disinteresse, attesa, gelosia, infedeltà, fiducia, follia, rassegnazione, condivisione della morte. E tutto avviene nella trasparenza. Sempre di fronte allo sguardo dell'altro.
4. Un'altra cosa che adoro di J&J e che vorrei fosse applicabile alla mia realtà, ancor più del triangolo :-), è il modo in cui i personaggi (principali e non) si conoscono. Il modo che hanno di raccontare di sè e di chiedere degli altri è pura poesia.
Si tratterà senz'altro di una sensazione deviata dalla modalità narrativa. Ma non sarebbe bello, ad esempio, innamorarsi di una statua e poi di una persona che le assomiglia?
5. la colonna sonora di Georges Delerue parla da sè. Se anche non vi piacesse il film la dovete ascoltare. E' lo stesso motivo della Meglio Gioventù. Se ne sente un pezzetto anche in Amelie Poulain. Ed è davvero magica.

Oddio questo post mi ha distrutta. Basta. Sono stanca di scrivere. E voi lo sarete di leggere. Me ne vado a dormire che domani alle 8.30 vengono gli operai a montare le nuove finestre nella mia stanza. Notte.

05/01/09

Something is painted in the snow that you'd like...

Questa mattina si è messo a nevicare pesantemente e non so se essere contenta o meno. Già di solito la mia vita è relegata nei confini del mio (adorato, bien sur) ghetto personale. Decidere di attraversare la Senna è sempre una scelta che prende del tempo. Le frontiere di quella che è stata la mia vita parigina in questi due mesi sono, in buona sostanza, tracciate dai cinema e dai supermercati del mio quartiere. Emigro solo in caso di uscite serali. Il rischio che la neve mi tenga lontana per giorni dal mondo esterno è quindi molto alto. Solo la nuova reflexina potrebbe spingermi a compiere qualche impresa eroica...

Al momento comunque mi trovo ancora a letto, in attesa di una risposta per un "secondo lavoro" che mi è stato offerto. Ho appena avanzato la mia proposta economica. Anche se temo che la cosa non si concluderà. Il lavoro consisterebbe nello scrivere una tesi
del vecchio ordinamento. Un lavoro senza troppe pretese ma comunque relativo al tema del male in Arendt/Ricoeur/Jonas: non proprio una minchiata. Ho fatto un calcolo molto blando e approssimativo delle ore che impiegherei per leggere i libri di una bibliografia attualmente abbastanza scarna (20 libri) e del tempo che mi prenderebbe l'elaborazione/redazione di una tesi di 130 pagine circa. E alla fine ho chiesto 2500 €. Vista così può sembrare una cifra alta ma, tenuto conto delle circa 500 ore previste (calcolate ampiamente per difetto), sarebbero 5 €/ora. Insomma, roba che anche Suby (l'Ayi di Maoming Lu, NdM) storcerebbe il naso. Di meno non posso proprio. Considerato che, come lavoro, mi prenderebbe davvero molto tempo e mi precluderebbe la possibilità di svolgere altre attività magari pallosissime ma sicuramente meglio remunerate, non potevo chiedere di meno. Vedremo. Vi tengo aggiornati.

Nel frattempo mi metto a lavorare a maglia davanti alla finestra. La giornata non consente alternative. E devo fare il maglioncino per Mia.

02/01/09

Anno nuovo, Nikon nuova

Villa Castel - Rue du Tranvaal, Paris

Ieri mattina, complice un risveglio all'alba, sono uscita a fare un'ultima passeggiata con la mia Nikon. Pochi giorni fa ho deciso di fare il grande passo: vendere la D50 per passare alla D80. E' successo tutto così in fretta. Dopo aver concluso una rapida trattativa via Facebook, oggi a mezzogiorno la mia macchinetta, fedele compagna di tutti i viaggi asiatici, è partita insieme alla Giuli per passare nelle mani di Alex B. (non l'Alex di sotto, NdM). Nemmeno il tempo di separarmi da lei e, spudorata, già ero pronta a fare il nuovo acquisto su Pixmania. Con consegna a casa immediata. La pazienza, si sa, non è mai stata una delle mie doti principali.

Il commiato con la D50 però, devo dire, è stato dei più belli. L'ho portata a Belleville, a vedere una delle case in cui è stato girato Jules et Jim.
La cosa strana (e che mi ha peraltro gasata non poco) è che un/a vero/a conquilino/a della Villa Castel fa Moreau di cognome. Come Jeanne. Dopo aver passato un'oretta lì sono poi scesa a piedi fino a casa mia. Faceva un freddo tremendo. Ed ero pure senza guanti. Ma Paris era deserta e avevo l'ipod... insomma, il quadretto perfetto per dirsi un au revoir come si deve. Io e lei.

E ora non mi resta che cominciare a fare amicizia con il nuovo esserino. Come sono contenta!!